5 passi fuori dalla psoriasi
03 Giu 2025Approfondiamo il legame tra psoriasi e alimentazione con la Dott.ssa Cristina Robba, Nefrologa e Nutrizionista, esperta nel suo campo.
Vogliamo occuparci oggi di una patologia molto diffusa che, nel periodo primaverile ed estivo può essere fonte di grande disagio per coloro che ne sono affetti.
Si tratta della psoriasi, patologia che affligge la cute ma non solo, in quanto può colpire anche organi interni e le articolazioni.
Le placche psoriasiche, che spesso sono presenti principalmente alle giunture o al capo, possono in realtà presentarsi in tutto il corpo.
É considerata una delle più comuni patologie infiammatorie immunomediate della pelle che colpisce indifferentemente uomini e donne.
Le placche psoriasiche, spesso estese ed eczematose sono fonte di vergogna o imbarazzo nei portatori di questa patologia. É una condizione che affligge il paziente alterandone la qualità di vita.
Perché parlarne in un blog di nutrizione?
La diagnosi è clinica dermatologica e le terapie farmacologiche sono il primo step terapeutico da adottare e seguire con aderenza.
Tuttavia parecchi studi, alcuni molto recenti (2023) hanno valutato che anche l’approccio nutrizionale ha un ruolo nel miglioramento della psoriasi.
Già più di 5 anni fa alcuni autori avevano evidenziato come anche l’approccio dietetico debba essere uno dei principali interventi nei pazienti psoriasici per modificare la prognosi in questi pazienti.
Cosa sappiamo?
Nei quadri di psoriasi moderata o severa, vi è una presenza elevata nel sangue di citochine pro-infiammatorie come il TNF (il tumor necrosis factor) e di interleuchine che alimentano uno stato di infiammazione cronica subclinica.
Sappiamo che l’obesità predispone a sua volta alla psoriasi, e che il sovrappeso può peggiorare in quanto spesso i pazienti psoriasici sono riluttanti a fare attività fisica soprattutto all’aperto.
La psoiriasi è una patologia cronica a basso grado di infiammazione e questo stato peggiora l’attività pro infiammatoria dei macrofagi presenti nel tessuto adiposo.
Due anni fa un gruppo di studiosi ha proposto tra le varie strategie dietetiche per i pazienti affetti da psoriasi anche la dieta VLCKD, ossia la dieta chetogenica a basso apporto calorico.
É ormai ben noto, infatti, che le VLCKD sono in grado di migliorare drasticamente i processi infiammatori dell’organismo, riducendo i famigerati ROS, le specie reattive all’ossigeno che procurano quello che è comunemente chiamato stress ossidativo dei tessuti innescando i processi infiammatori. Le VLCKD sono in grado di ridurre anche altri fattori infiammatori come le specie reattive al nitrogeno L’eccesso di RNS può infatti peggiorare lo stress ossidativo, che è associato a vari disturbi patologici, tra cui malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative e cancro.
Nello studio clinico condotto è stato dimostrato che un rigoroso programma di perdita di peso ha drasticamente ridotto la severità della patologia in pazienti non trattati farmacologicamente. Infatti i trattamenti farmacologici sono efficaci, ma per i loro effetti collaterali non sempre possono essere prescritti in alcune fasi della vita.
I risultati di questi studi hanno mostrato una significativa riduzione della severità della psoriasi dopo solo 10 settimane di dieta VLCKD valutata con l’indice PASI (Psoriasis Area and Severity Index), che è un indice che i pazienti psoriasici avranno sentito nominare spesso, in quanto è la misura più frequentemente adottata per valutare sia le lesioni cutanee che altri segni clinici. Nei pazienti inclusi nello studio clinico è stato applicato il classico e standardizzato protocollo di VLCKD, ossia il protocollo PronoKal® che segue le direttive della SIE e che è caratterizzato dai classici 5 Passi di fasi chetogeniche a bassissimo regime calorico, che viene mantenuto con cinque meal replacement al giorno nella prima parte del programma, ossia nei Passi 1, 2 e 3, in modo da indurre la via chetogenica antinfiammatoria per perdere peso in modo rapido e sicuro, mantenendo un corretto apporto proteico , in quanto si conferma che l’utilizzo dei pasti sostitutivi non induce diete iperproteiche che potrebbero avere effetti dannosi sulla funzione renale. Tutti i pazienti assumevano proteine ad alto valore biologico associando verdure a basso indice glicemico nei due pasti principali.
Raggiunta la perdita di peso desiderata, i pazienti affrontavano la fase di rieducazione alimentare, riprendendo la introduzione graduale, sempre sotto controllo medico, di frutta e prodotti caseari prima, poi legumi e infine cereali integrali.
Ciò che hanno notato i ricercatori è che in questi individui psoriasici, la VLCKD così condotta rispettando i 5 Passi delle linee guida, aveva anche modificato il microbiota intestinale, aumentando i Bacterioides, i batteri “buoni” e diminuendo le colonie di Firmicutes, più nocivi…
Ecco perché l’approccio dietetico con VLCKD è una ulteriore arma a favore dei pazienti affetti da psoriasi, tanto più se in sovrappeso o affetti da obesità. La dieta risulta uno strumento efficace, deve essere condotta sotto stretto controllo medico per garantire la perdita di peso, la diminuzione la presenza ed estensione delle placche psoriasi e il loro grado di infiammazione, ma soprattutto garantendo l’adeguato apporto di tutti i nutrienti e micronutrienti essenziali apporto di nutrienti essenziali, nonostante il ridotto apporto di calorie.