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Un percorso di trasformazione: la storia di Patrizia con il Metodo PnK®

25 Feb 2025

Buongiorno Patrizia e grazie per voler condividere con noi la sua storia.

Prima di tutto vorremmo chiederLe di raccontarci come ha conosciuto il Metodo PnK®.

Ho conosciuto il Metodo PnK® attraverso la mia endocrinologa, che mi ha consigliato di intraprendere questo percorso per affrontare il mio problema di peso.

Aveva già seguito dei percorsi di perdita di peso in passato? 

Sì, purtroppo sì. A un certo punto della mia vita, ho dovuto affrontare una serie di diete, soprattutto dopo la gravidanza, quando è emersa la tiroidite autoimmune. Da lì è iniziato davvero il problema del peso. L’unico modo che avevo per cercare di non ingrassare era fare tantissimo movimento e seguire una dieta che sembrava non finire mai. Ma diventava sempre più difficile conciliare tutto, non riuscivo a mantenere quel ritmo di attività fisica che il mio corpo richiedeva, e più di una volta mi sono ritrovata a dover ripartire con una dieta.

L’ultima dieta significativa l’avevo intrapresa nel 2016, una dieta che era durata un anno. All’epoca, avevo raggiunto degli obiettivi che oggi ho ottenuto in pochi mesi. Ma c’era una grande differenza: ero più giovane, il metabolismo era diverso, e non avevo ancora attraversato la menopausa.

Poi, lo scorso anno, ad agosto, ho avuto un incidente molto grave: sono caduta e mi sono rotta l’omero in modo scomposto. Dopo due mesi di immobilizzazione, con tanta fisioterapia, il mio peso è salito a livelli davvero preoccupanti, diventando un serio rischio per la mia salute, anche dal punto di vista cardiologico. Avevo bisogno di fare qualcosa, non potevo più ignorarlo.

Prima di quel momento, ero già seguita da una nutrizionista biologa, che mi aveva suggerito dei prodotti da usare come spuntini, ma nonostante il mio impegno, i risultati erano quasi inesistenti, nulla di significativo, niente che mi facesse sentire soddisfatta o motivata. La frustrazione cresceva, perché, nonostante fossi sempre a dieta, non vedevo mai risultati concreti.

Poi è arrivato un incontro che ha cambiato tutto: sono andata da questa nuova endocrinologa per un controllo della tiroide. Negli anni ne avevo cambiate molte, alcune non entravano in sintonia con me, altre sembravano dare per scontato che, con la tiroidite autoimmune, si dovesse per forza ingrassare senza riuscire a fare nulla per fermarlo. Alcune pensavano che fosse colpa mia, come se mangiassi di notte, ma io non ho mai mangiato di notte. Non avevo semplicemente il tempo di fare quel movimento fisico necessario per perdere peso.

Questa endocrinologa, invece, era davvero attenta e sensibile, e mi ha suggerito di rivolgermi a un medico nutrizionista con cui collaborava.

È stato così che è iniziato questo nuovo percorso, il 9 maggio.

Da quel momento, la mia vita è cambiata.

In quale fase del percorso si trova oggi e che obiettivi ha conseguito?

Oggi mi trovo nella fase in cui sto iniziando a reintrodurre gli alimenti freschi, dopo aver concluso la prima fase con i pasti pronti. È un passaggio delicato, ma è anche una sfida che mi sta permettendo di imparare a gestire la mia alimentazione in modo migliore, senza perdere i benefici che ho ottenuto finora.

Anche se mi trovo nella fase più difficile del percorso, e questo mi sta mettendo alla prova, non ho intenzione di arrendermi. Mi restano ancora pochi chili da perdere, e sono determinata a farcela.

C’è da dire che, in totale, da quando ho iniziato, ho perso ben 30 kg in 5 mesi. Questo risultato straordinario mi dà la forza di continuare, anche quando il percorso sembra più arduo.

In generale, sono molto contenta per il cammino che ho intrapreso. So che con perseveranza e impegno, alla fine raggiungerò il mio obiettivo.

Ci vuole una forza di volontà incredibile perché la vera differenza la fa la persona, la determinazione che ci mette nel non mollare mai, nemmeno di fronte alle difficoltà.

Non è sempre stato facile, lo ammetto, ma ho mantenuto la mia promessa a me stessa.

Non ho mai ceduto, nemmeno durante i compleanni più importanti: quello di mia figlia, di mio padre, di mia madre, di mio marito, e nemmeno alle feste con i colleghi. Ho preparato torte e piatti per tutti, ma non ho mai ceduto alla tentazione perché sapevo che ogni singolo passo che facevo sarebbe stato compromesso se avessi mollato. Ogni rinuncia, è stata fatta con l’obiettivo di non inficiare il lavoro che stavo facendo su me stessa.

Oltre alla dieta, in questo periodo ho affrontato un percorso molto impegnativo. Ho appena concluso la fisioterapia per la spalla, che mi ha visto impegnata tre volte alla settimana. Ma non mi sono fermata lì. Su consiglio dei professionisti, ho iniziato una ginnastica che combina posturale e Pilates, un mix che mi sta dando risultati, ma che è anche faticoso. La mia endocrinologa mi ha anche suggerito di fare ogni giorno 40 minuti di cyclette, e devo ammettere che, su questo, ho avuto più difficoltà a mantenere la costanza. Non è facile inserire tutto nel mio ritmo quotidiano, ma cerco comunque di aggiungere movimento, anche se a volte è difficile. Ma ogni piccolo passo è importante, ogni sforzo che faccio per il mio corpo è un investimento per il mio futuro.

Aveva già sentito parlare di dieta chetogenica?

Sì, perché l’altra nutrizionista me l’aveva proposto, ma solo in maniera parziale, limitandosi agli spuntini, senza estenderlo a tutti i pasti principali. Qui, invece, il percorso è stato completamente diverso. Nella fase iniziale abbiamo seguito un programma che ha riguardato tutti i pasti. Ogni scelta alimentare era focalizzata su questo piano, ed è stato essenziale per raggiungere i risultati che ho ottenuto. È stato un impegno costante, che ha richiesto disciplina e determinazione, ma mi ha insegnato che la coerenza in ogni dettaglio è ciò che fa davvero la differenza.

Prima di cominciare questo Metodo aveva delle perplessità? 

Sì, prima di iniziare avevo delle perplessità, soprattutto riguardo a quanto potesse diventare lungo, potenzialmente costoso e difficile da gestire, soprattutto all’interno della mia famiglia. Mi chiedevo se sarei riuscita a seguire tutto con costanza, considerando anche le esigenze quotidiane e i ritmi della vita familiare. Non sapevo se avrei avuto la forza e l’organizzazione necessarie per mantenere il percorso, senza sentirlo troppo gravoso. Ma, a poco a poco, mi sono resa conto che il Metodo era ben strutturato e mi dava gli strumenti per affrontare ogni sfida. E soprattutto, i risultati sono stati così tangibili che tutte quelle preoccupazioni sono svanite.

È vero, l’inizio non è mai semplice, e serve tanta forza di volontà, altrimenti è facile, anche senza volerlo, cedere. Però, la bellezza di questo percorso è che, passo dopo passo, i risultati ti spingono a non mollare e ti danno quella motivazione in più per superare le difficoltà iniziali. Quando ho cominciato, in ufficio lo sapevano solo pochi colleghi, ma è stato dopo le vacanze estive che la vera svolta è arrivata. Quando sono tornata in ufficio, le persone non riuscivano a credere ai miei risultati: avevo perso più di 15 kg! È stato un cambiamento visibile, che non solo mi ha sorpreso, ma ha fatto sì che anche gli altri si accorgessero di quanto fossi dimagrita. È stato allora che ho capito che stavo davvero percorrendo la strada giusta.

Credo che la vera forza che ti spinge ad andare avanti sia proprio vedere i risultati immediati. Quando seguivo le altre diete, mi proibivo i dolci, rinunciavo a tante cose, ma non vedevo mai i risultati che speravo. Perdevo solo un chilo al mese, che a lungo andare ti fa sentire come se il sacrificio non fosse mai abbastanza. Invece, con questo percorso, salivo sulla bilancia e vedevo quei numeri scendere, e non in modo casuale, ma in maniera armoniosa. La perdita di peso non era concentrata solo su un’area del corpo, come la pancia o le braccia, ma su tutto il corpo. Ogni centimetro che perdevo mi faceva sentire sempre più in forma, e ogni giorno che passava mi ricordava che stavo davvero cambiando.

È stato incredibile vedere come il mio corpo stesse perdendo peso in modo così uniforme, perché, non solo perdevo centimetri, ma i tessuti rimanevano elastici, tonici. Questo è qualcosa che ti dà davvero soddisfazione. Ogni piccolo segno di miglioramento, ogni complimento che ricevevo, mi dava la forza per andare avanti. Mi rendevo conto che tutto ciò che stavo facendo valeva la pena, perché mi avvicinava al mio obiettivo.

Chi è il medico che l’ha seguita e che ruolo ha avuto nel percorso?

Il mio medico di riferimento è stata la Dott.ssa Silvia Fedeli.

La sua presenza e il suo ruolo sono stati fondamentali nel mio percorso: ci siamo incontrate più o meno frequentemente a seconda delle necessità. Con lei, ho potuto esprimere ogni dubbio, ogni perplessità, e rivedere insieme quelle piccole modifiche che potevano rendere il percorso più fluido. Ogni volta, mi sono sentita sostenuta e accompagnata da una persona esperta, che sapeva come guidarmi. Questo mi ha dato una grande sicurezza, perché è vero, a volte gli altri non comprendono pienamente la situazione, e quindi cerchi sempre conforto da chi ha le competenze e l’esperienza per dirti: “Non è così, i risultati che stai ottenendo sono veri, gli esami lo confermano.” E quando ho visto che i risultati c’erano, la Dott.ssa Fedeli è diventata la mia principale motivatrice. Tant’è che, durante un controllo a ottobre, la mia endocrinologa non mi ha nemmeno riconosciuta, segno evidente del cambiamento che avevo fatto.

Come dice sempre mio marito, 30 kg sono come un bambino di 10 anni.

È incredibile pensare a quanto peso avevo perso, e a come il mio corpo fosse diventato completamente diverso. È una sensazione strana, ma allo stesso tempo gratificante. Ogni cambiamento, anche il più piccolo, è stato il segno di quanto fossi riuscita a trasformare il mio aspetto.

Un’altra cosa che mi aveva motivato è stato un ulteriore problema, tempo fa la mia pressione aveva raggiunto 160, e dopo una visita dal cardiologo, mi aveva sgridato duramente. Mi aveva detto chiaramente: “Adesso vada a casa, dimagrisca, e poi torni.” Quando gli spiegai le difficoltà che avevo, le condizioni che mi impedivano di dimagrire, lui non ne volle sentire parlare. Mi rispose che erano solo scuse. Quella frase mi aveva colpito profondamente, disturbato davvero tanto, ma allo stesso tempo aveva fatto scattare qualcosa dentro di me. Era diventata una sfida personale.

E così, l’altro giorno, sono tornata dal cardiologo, ma questa volta con 30 kg in meno. Il cambiamento era evidente. Quel momento, in cui sono riuscita a dimostrare a me stessa e agli altri che ce l’avevo fatta, è stato uno dei più gratificanti del mio percorso.

Una delle cose che mi ha fatto più piacere è stato notare come la mia vita quotidiana fosse cambiata. Ad esempio, io lavoro al primo piano, ma spesso devo salire al secondo, dove ci sono l’amministrazione e la direzione. Prima, quando facevo le scale, arrivavo su senza fiato, con il fiatone che mi dava fastidio. Mi dicevo: “Non sono così messa male da avere il fiatone per delle scale.” Eppure, in realtà, lo ero. Ora, invece, posso salire senza problemi, senza il minimo segno di fatica. Le faccio agilmente e senza alcun respiro affannoso. Questo cambiamento è davvero bellissimo e mi dà una grande soddisfazione, perché non è solo un miglioramento fisico, ma un segno che la mia salute stia davvero cambiando in meglio.

Ha avuto dei momenti critici, di “cedimento”, durante il percorso e come li ha superati? 

Sì, ci sono stati momenti critici, soprattutto ora che sto affrontando una fase più delicata del percorso, in cui la fame sembra essersi intensificata. Questo aumento della fame mi fa capire che la fatica mentale è aumentata. Questa nuova sensazione mi fa sentire più fragile, come se stessi perdendo il controllo. Ma è anche un momento di crescita, dove riconosco le difficoltà, ma sono determinata a superarle, sapendo che è solo una fase del percorso e che, con il giusto supporto e la costanza, posso continuare a ottenere risultati positivi.

So che è la fase più critica, quella in cui il corpo sembra resistere e la mente è messa alla prova. In questa fase, si è bombardati da ogni tipo di tentazione, e il rischio di cedere è più alto. Ne parlerò con la dottoressa, che già sapeva che durante questa fase ci sarebbero stati alti e bassi, ma è anche consapevole che è normale e che ci sono delle soluzioni per gestirla. Devo continuare a mantenere la disciplina e affrontare i piccoli cedimenti, ma so che è una fase temporanea e che posso contare sul supporto della dottoressa per superarla.

Un’ultima domanda, cosa vorrebbe dire alle persone che come Lei, vorrebbero intraprendere questo percorso?

Quello che vorrei dire alle persone che, come me, stanno pensando di intraprendere questo percorso è di essere completamente convinte mentalmente, perché è fondamentale avere una determinazione ferrea. Una volta presa la decisione, bisogna impegnarsi fino in fondo, senza farsi scoraggiare dalle difficoltà. Ci saranno momenti duri, momenti in cui sembrerà che tutto sia più difficile, ma è proprio in quei momenti che bisogna perseverare.

I risultati arriveranno, e quando li vedrete, capirete che ne è valsa la pena.

Oltre all’aspetto della salute, che rimane la priorità assoluta, c’è anche un’altra dimensione che rende questo percorso così straordinario: la sfida estetica. La cosa più bella, per me, è che ho rifatto completamente il guardaroba. Sono passata da una taglia 52 a una 44, e non è solo una questione di numeri, è una sensazione che ti cambia profondamente. Ho ripreso a indossare cose che avevo messo via per anni, capi che avevano ancora l’etichetta attaccata, e finalmente ho potuto tagliare. Queste piccole gratificazioni hanno un valore immenso.

Prima, quando andavo in negozio, cercavo solo maglioni coprenti, capi che nascondessero il mio corpo, la mia pancia, il mio peso. Ora invece scelgo maglioni che arrivano in vita, che abbracciano la figura senza nascondere nulla. Può sembrare una sciocchezza, ma per chi, come me, ha vissuto per anni con il disagio del sovrappeso, è un cambiamento profondo. Sentirsi bene nel proprio corpo, non dover più nascondere ogni centimetro, poter finalmente pensare di indossare una maglia aderente senza paura di mostrarsi è qualcosa che ti aiuta psicologicamente in maniera incredibile. Questo cambiamento ti fa sentire libera, più sicura di te stessa. E queste soddisfazioni sono la vera ricompensa per tutto il percorso che si intraprende.

Ho recuperato anche un numero di scarpe, ed è una cosa che mi ha sorpreso! Prima ero costretta a indossare scarpe comode, a pianta larga, ma ora che il piede si è sgonfiato, posso finalmente permettermi scarpe più alla moda, quelle che prima avrei solo desiderato. Non sono più obbligata a prendere la solita scarpa triste da “zia”, ma posso scegliere qualcosa che mi faccia sentire più giovane, di tendenza. Sono tutte piccole gratificazioni che fanno una grande differenza.

Ci sono così tanti aspetti da considerare, e uno dei più importanti è sicuramente il gratificarsi, dirsi “sono stata brava”. È fondamentale, per mantenere la motivazione costante e perché ogni piccolo successo merita di essere celebrato, e queste soddisfazioni, anche se sembrano piccole, contribuiscono a rendere il percorso più motivante e pieno di significato.

Bisogna essere consapevoli, convinti e costanti, queste sono le parole chiave di questa scelta.

 

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