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Alessandra ci racconta il suo percorso con PnKDefine

26 Nov 2020

Incontriamo Alessandra, atleta di 34 anni che ha deciso di condividere con noi la sua esperienza con il metodo PnKDefine.

 

Quando ha iniziato la dieta con il metodo PnKDefine?

Ho iniziato il metodo PNK Define il 21 Settembre 2020

Prima di questa esperienza, ci racconti un po’ la Sua storia: era la prima volta che faceva una dieta di tipo chetogenico, aveva già fatto altre diete?

Ora ho 34 anni e quando ho iniziato la prima dieta, frequentavo il liceo, avevo circa 17 anni e feci una dieta mediterranea. È stata efficace per quel periodo storico considerando che svolgevo con regolarità attività fisica poiché giocavo a basket: facevo molto allenamento e avevo un metabolismo rapidissimo e quindi fu molto semplice perdere peso. 

Dopodiché andando avanti con l’età, com’è noto per noi donne, il metabolismo tende a rallentarsi.

Anche l’attività agonistica è andata piano piano a scemare. 

Gioco tuttora, tranne quest’anno a causa di questo maledetto Covid e di solito ho cercato di mantenere un allenamento per  due volte la settimana oltre alla partita.

In un’altra occasione circa 6 anni fa, ho seguito un’altra volta una dieta ed era una dieta chetogenica, ma non strutturata così nei dettagli come questa con il metodo PnKDefine.

Qual è la differenza rispetto ad altri approcci dietetici che ha fatto? E rispetto all’altro approccio chetogenico qual è la differenza che ha notato dal punto di vista pratico? 

Sicuramente una prima differenza riguarda l’abbinamento continuo con l’attività fisica: nel precedente approccio chetogenico mancava, ed inoltre non era un protocollo, avevo sì degli alimenti sostitutivi da mangiare, mancava tuttavia una settimana strutturata per quanto riguarda l’attività fisica. 

Questa è la prima differenza che ho notato subito, soprattutto in un periodo di mancato allenamento: infatti da agosto non ho potuto effettuare preparazione atletica come mi capitava di fare ogni anno ed a settembre non mi sono allenata perché non era possibile fare gli sport di gruppo. 

Quindi questa è stata per me una differenza sostanziale perché con questo metodo ho avuto una prescrizione strutturata anche per l’aspetto fisico.

Quindi, per un’atleta come me è importante sapere perfettamente che ogni giorno della settimana è definito con tutto quello che devi fare e vai avanti fino a quei 36 giorni.

Abbinamento che manca negli altri tipi di dieta perché ti dicono “fai attività fisica così bruci di più… etc. etc.”, ma senza avere quello stimolo giornaliero che invece hai quando ti dai l’obiettivo dei 36 giorni.

Dal suo racconto in cui parla dei 36 giorni capiamo che ha seguito il metodo PnKDefine che è un programma strutturato per 5 settimane giusto?

Sì, ho fatto 21 giorni nella prima fase (Passo chetogenico ndr) e 15 giorni nella seconda fase (Adattamento metabolico ndr).

E quando Le è stato proposto la prima volta quale reazione ha avuto? quando un medico propone un protocollo così ben definito e dettagliato ci possono essere due tipi di reazioni. Lei magari si è sentita accompagnata dal protocollo o limitata da esso? 

Ho sentito parlare la prima volta di questo protocollo prima dell’estate e ho detto al dottor Maugeri inizialmente che ero perplessa e la mia prima reazione è stata contraria perché devi avere una forte determinazione a seguirla, altrimenti non la fai perché i primi 21 giorni sembrano realmente difficili. Se solo tu sapessi qual è il risultato finale, la seguiresti in modo diverso. Dato che mi fidavo del dott. Maugeri che me l’aveva proposta come la soluzione adatta alle mie esigenze, quando mi sono sentita pronta, ho iniziato perché sapevo che il risultato ci sarebbe stato. Ma ti devi fidare molto di chi ti fa intravedere  l’obiettivo e il risultato, altrimenti dici a te stessa: “non ce la faccio a mangiare solo verdure, non ce la faccio a fare attività fisica ogni giorno”

In questo protocollo così ben strutturato il ruolo del professionista crede quindi che sia importante? 

È fondamentale, è tutto. Nel momento in cui te lo propone deve esserci la tua determinazione. Sapendo poi com’è strutturata, conoscendo il risultato che ti poni e nell’ottica della fiducia nei confronti del professionista a cui ti sei rivolto, cominci questo percorso. Pertanto se non ci fosse stata determinazione, non avrei proprio iniziato. 

Veniamo ora alla seconda fase. Quando si termina il passo chetogenico, da un lato c’è magari il piacere di riprendere ad assumere carboidrati, dall’altro lato però si ha la paura di vanificare gli sforzi fatti. È stato così anche per Lei?

No, dopo i 21 giorni ero sicura che sarebbe stata la prosecuzione di un percorso ben definito, mi sono fidata e l’ho continuato a seguire. 

Quindi una volta finito com’è andata? Siamo a novembre, i 36 giorni sono passati già da diverse settimane.

È andata molto bene ma anche lì mi sono fidata. Il dott. Maugeri mi ha detto che mantenendo questo tipo di alimentazione (dopo i 36 giorni il medico ti porta ad un’educazione alimentare) con l’aggiunta di 4 volte alla settimana di questi esercizi o di una passeggiata veloce, o corsa, quello che vuoi tu, ma sempre di tipo aerobico pure  se ti rilassi un po’ il sabato sera o la domenica, ti sorprendi nel vedere che il peso lo mantieni. 

Arrivi al 36esimo giorno con un po’ di paura di uscire dallo schema, pensi che prenderai subito due- tre chili, ma alla fine se segui tutto, mangi bene ed in maniera regolare.

Quando ho visto che in effetti la prima settimana era andata come prospettata dal mio medico, anche le altre settimane sono state ovviamente tranquille, perché mi sono già basata sulla prima. La prima settimana sembrava camminassi sulle uova ma mi sono fidata ed è andata bene. Non mangiavo meno, c’era scritto che dovevo mangiare 5 volte, che dovevo fare le merende, senza  i prodotti PNK ma usando quelli del supermercato. Quindi è iniziata un po’ così e poi mi sono accorta che il peso era rimasto identico, non ero per niente ingrassata, pertanto ho proseguito le altre settimane alla stessa maniera e ho mantenuto lo stesso peso del 36esimo giorno.

Quindi ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissata all’inizio con il suo medico? Una perdita significativa di peso e di grasso in soli 36 giorni?

Sì, partivamo da 67,7Kg e io volevo perdere 7 kg. Il dott. Maugeri aveva previsto che con il metodo avrei potuto perderne 5 e invece ne ho persi 7.

Cosa importante è che ho perso 7 cm di vita, mantenendo un’analisi della composizione corporea corretta.

  Per lei che è un’atleta, una donna metabolicamente attiva, è stato un bel risultato, uno sforzo ben premiato. 

Sì. Avevo visto qualche chiletto in più perché purtroppo, quando uno fa tanta attività fisica e poi si ferma, ed è abituata a mangiare normale, capita di vedersi in sovrappeso e ahimè, si vede subito quando prendi peso.

Cosa direbbe alla Sua compagna di squadra o ad un’amica che ha una storia analoga alla Sua? Cosa consiglierebbe? Alla luce della Sua esperienza consiglierebbe di incrementare solo l’attività fisica o anche un approccio coordinato, come quello del metodo PNK Define?

Approccio coordinato, con tutto il cuore, perché nel momento in cui riprendi a fare attività fisica, ma continui a mangiare normalmente non riesci a perdere in così poco tempo così tanta massa grassa e a definire il corpo. 

Un atleta sa che funziona così. Quindi se tu gli dai la chiave di lettura di un metodo, lo segue. L’atleta è abituato a seguire una programmazione, il problema è che spesso non gli viene proposto una soluzione immediata perché è abituato a seguire la programmazione/allenamento/campionato e quindi l’alimentazione va fatta in un certo modo. 

Quando viene meno quello schema a cui ci si abitua negli anni, come in questo caso per via del “Covid” ma potrebbe venire meno anche perché non hai più l’età per giocare, o perché quell’anno non trovi la squadra …, allora ti serve una programmazione diversa che secondo me in una dieta normale non la si trova mentre nel metodo PnKDefine sì!

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