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Intervista alla Dott.ssa Antonella Savoia

11 Feb 2021

In questa sezione del Blog continuano le testimonianze dei professionisti che adoperano con grande successo il metodo PNK per la cura dei propri pazienti.

In questa intervista incontriamo la Dott.ssa Antonella Savoia, specialista in endocrinolgia, esperta in nutrizione e medicina estetica.

 

 

La prima domanda che abitualmente poniamo ai professionisti è come ha scoperto il metodo PNK nel corso della sua carriera e quali sono i vantaggi che questo metodo ha apportato nell’ambito della sua attività professionale?”

Sono sempre stata un’appassionata del protocollo terapeutico chetogenico, sin dai tempi in cui ero specializzanda. Ero curiosa e andavo alla ricerca di protocolli terapeutici alternativi che potessero aiutare i pazienti in sovrappeso o con obesità e quello chetogenico mi è sembrato da subito un metodo estremamente interessante. I primi protocolli proponevano dei percorsi meno particolareggiati rispetto al metodo PNK, tuttavia mi sono resa conto da subito dell’efficacia della metodologia. Fino a quando è stato importato in Italia e ho trovato il metodo PNK estremamente interessante in quanto molto medicalizzato. E’ idoneo infatti soprattutto per i pazienti con sindrome metabolica, con obesità o comunque difficili da trattare con protocolli dietetici tradizionali o classici chetogenici. Di fatto ho trovato con il metodo PNK una risoluzione importante. Il vantaggio principale è stato il notevole supporto scientifico.

Ho avuto modo di leggere diversi articoli pubblicati su PUBMED, basati sul metodo così come proposto dall’azienda. Ciò rappresenta un valido supporto alla nostra pratica clinica e hanno coadiuvato ancor di più l’interesse verso tale metodologia.

Inoltre l’efficacia riscontrata nei singoli pazienti è sorprendente.

 

Lei ha parlato di scientificità ed efficacia. Ci racconti, dato che Lei è una specialista in endocrinologia, proprio l’aspetto della scientificità. Come vede questo metodo applicato alle patologie endocrine?

Nella patologia endocrina l’interesse principale è orientato alla patologia metabolica. Ho trovato molto interessante l’applicazione di questa metodologia nei pazienti affetti da iperinsulinemia e insulino-resistenza, quindi da obesità viscerale. Lo utilizzo ormai nella mia pratica clinica come strumento terapeutico unico nel trattamento della lipoinfiammazione, che sarebbe il processo cronico infiammatorio che si innesca in quei pazienti che presentano una localizzazione del grasso specie a livello addominale.

Si tratta di pazienti che hanno oltre all’obesità viscerale e insulino-resistenza anche altre situazioni cliniche come l’ipertensione arteriosa, l’iperuricemia, l’iperglicemia fino ad arrivare al diabete. Quindi ho trovato il metodo interessante proprio perché alternativo a una vera e propria terapia e dico sempre a tutti i pazienti che iniziano il percorso che sono sottoposti a un vero e proprio protocollo terapeutico… Dopo inizierà il percorso dietologico.

 

Ne abbiamo già parlato in altre occasioni ma ci spieghi meglio nella sua pratica clinica cosa dice al paziente quando parla di protocollo terapeutico prima e di percorso dietologico successivamente…

È un aspetto importante, i pazienti devono sapere che si approcciano a una vera e propria terapia. Come tale deve essere seguita nella sua interezza e con tutte le indicazioni date dal professionista.

Il secondo rappresenta un momento importante ma è più facile, in quanto è già motivato sia per la riduzione del peso corporeo ma anche perché c’è il miglioramento evidente di tutti i parametri ematochimici e metabolici.

 

 

A questo punto ci racconti una sua esperienza “terapeutica” con il metodo PNK

Mi piace sottolineare che oltre la condizione di insulino-resistenza, una delle patologie endocrine di interesse molto attuale è quella della ridotta fertilità, sia femminile che maschile. È possibile migliorare questo aspetto con il metodo PNK e lo trovo molto utile. La riduzione dell’insulino resistenza e il calo di peso, migliorano la fertilità.

Venendo alla sua domanda, una paziente mossa dal desiderio di maternità si è sottoposta al protocollo chetogenico PNK. È stata veramente attenta e precisa nel seguire il protocollo, avendo alla base una grossa motivazione. È stata una grande spinta che ha permesso a questa mia paziente di seguire il protocollo perfettamente in tutta la sua interezza e rispettando tutti i suggerimenti dati.

Per cui abbiamo ipotizzato un calo ponderale di circa 30 kg, che è stato portato a termine a poco a poco. L’80% della perdita del peso è stata raggiunta nei primi 3 passi del protocollo, nella fase di chetogenesi in senso stretto; il 50% è stato perso nella fase 1. Anche tutti i passi successivi sono stati eseguiti con grande motivazione e attinenza al protocollo da parte della paziente tanto da raggiungere il nostro obiettivo alla fine del percorso che è durato circa sei mesi. La paziente è stata molto brava ad entrare nella multidisciplinarità del metodo. Infatti il metodo suggerisce oltre al rapporto medico/paziente e all’attinenza ad un protocollo chetogenico in senso stretto, l’importanza dell’attività fisica, nel praticare esercizi specifici finalizzati alla stimolazione muscolare nelle sue prime fasi e successivamente prevede l’aggiunta di un lavoro aerobico nelle fasi successive quando il paziente è sottoposto all’educazione alimentare.

L’importanza anche dell’attività fisica ha fatto sì che il suo dimagrimento sia stato tutto localizzato alla perdita del tessuto adiposo riducendo quindi la massa grassa.

 

Approfittiamo della sua presenza per approfondire un aspetto che finora non abbiamo ancora affrontato sul nostro blog. Lei è un’esperta anche in medicina estetica. Qual è il valore aggiunto che può dare il metodo PNK dal punto di vista della medicina estetica?

Da tempo c’è interesse nel mondo medico estetico per la dieta chetogenica, c’è un’importante correlazione in soggetti, non particolarmente obesi, ma con adiposità localizzate e in pazienti con lipodistrofia per i quali si favorisce il rimodellamento di questi inestetismi garantendo un dimagrimento mirato e il rispetto della massa magra. Quindi trova una particolare indicazione in questi soggetti che giungono alla nostra osservazione col desiderio di perdere pochi chili. E grazie al metodo PNK, nello specifico con il metodo PNK DEFINE, siamo riusciti a trovare la chiave di lettura per questi pazienti. Il metodo garantisce una riduzione delle adiposità localizzate, lì dove sono presenti, in un percorso molto integrato dove l’attività fisica è fondamentale, il che garantisce sempre il mantenimento della massa magra quindi il supporto delle strutture cellulari, il cosidetto “BCM” che nei regimi dietologici tende a deperirsi, favorendo perciò un dimagrimento mirato e non di deperimento.

Il trattamento delle zone con adiposità localizzate è favorito anche dalla combinazione con la crema lipolitica che fornisce stesso l’azienda che va a completare l’azione mirata di mobilizzazione del grasso. Anche in questo caso è importante completare il percorso con la rieducazione e con l’adattamento metabolico, perché le tre settimane di passo 1 da sole non sarebbero sufficienti a garantire un risultato a lungo termine.

Spesso questi pazienti, nella necessità di dover perdere pochi chili, tendono a completare il percorso dietologico dopo 3 sole settimane di chetogenica. Il metodo PNK DEFINE è caratterizzato da 3 settimane di una chetogenica molto serrata caratterizzata da soli pasti proteici sostitutivi con aggiunta delle verdure e integrazione, più un percorso successivo di adattamento metabolico che serve proprio a consolidare il peso perso nelle prime tre settimane. Questo pertanto è fondamentale al fine di garantire un risultato a lungo termine. Nei pazienti invece c’è la tentazione di limitarsi al periodo di 3 settimane, periodo di massimo risultato.

Bisogna perciò invitare sempre i pazienti a fare tutto il protocollo, dopo aver reintegrato gradatamente tutto favorendo una stabilizzazione del metabolismo per garantire risultati duraturi.

 

Ci racconti adesso un’esperienza secondo lei particolarmente caratterizzante del metodo PNK DEFINE.

Il caso che mi ha colpito di più è quello di un’amica. Solitamente quando si mettono in terapia amici e parenti si rischia sempre tanto, in questo caso è andato molto bene. Si trattava di un’amica che presentava un moderato sovrappeso, un peso di circa 68 kg accompagnato da un linfedema, con localizzazione soprattutto agli arti inferiori di un’adiposità con tendenza all’accumulo di linfa alle caviglie. La paziente ha avuto un progressivo dimagrimento più marcato nelle fasi finali, in quanto nella fase di chetogenesi dopo le prime 3 settimane, la paziente riportava un calo ponderale di circa 3 kg ma solo successivamente e alla fine del protocollo di adattamento, dopo il periodo estivo, ha riportato un calo ponderale complessivo di circa 8 chili. Ho trovato interessante il miglioramento della stasi linfatica, chiaramente collegato alla riduzione del rapporto lipidico e a un regime dietetico a basso apporto lipidico in associazione al meccanismo chetogenico che determina questo rimodellamento localizzato. Un bel risultato insomma.

 

Ringraziamo la dott.ssa Antonella Savoia x questa esaustiva e molto interessante intervista e per finire le chiediamo di raccontarci come presenta il metodo PNK al paziente che arriva al suo studio, chiedendole di dimagrire.

Presento sempre il metodo come una soluzione terapeutica. Nel momento in cui faccio una diagnosi di una una condizione patologica, mettendo in evidenza le alterazioni metaboliche di cui abbiamo parlato, diventa facile: viene tutto da sé. Quando il paziente comprende l’importanza della lipoinfiammazione, della riduzione del grasso viscerale

attraverso il meccanismo chetogenico, attraverso la presenza degli Omega-3 contenuti negli alimenti, quando spiego loro che la ristrutturazione del tessuto adiposo determinerà una risoluzione della patologia infiammatoria, non diventa molto difficile iniziare e proseguire il percorso del metodo PNK in maniera completa.

 

 

 

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