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Intervista alla Dott.ssa Simona Nichetti

25 Gen 2021

In questa sezione del Blog continuano le testimonianze dei professionisti che utilizzano con grande successo il metodo PNK per la cura dei propri pazienti.

In questa intervista incontriamo la dott.ssa Simona Nichetti, che come è possibile scoprire dal suo sito, si occupa di Salute, Nutrizione, Benessere, Estetica.

 

Dottoressa Nichetti lei si è sempre occupata di nutrizione, sin dopo aver conseguito la laurea. Come ha scoperto il metodo PNK?

In realtà sono trascorsi circa 20 anni da quando ho cominciato ad interessarmi di diete proteiche. Appena laureata a dieta chetogenica cominciava appena a fare capolino in Italia, mentre qualche anno prima era stata adottata in Francia. Poi ad un congresso mi imbattei in questi prodotti proteici e da lì è cominciata l’avventura. Mi ricordo era circa la fine del 1999.

Quindi possiamo dire che lei ha seguito tutta l’evoluzione di questo settore. Condivide che il metodo PNK rappresenta una significativa evoluzione rispetto alle “vecchie diete proteiche”?

Innanzitutto la metodologia ha cominciato a diffondersi anche attraverso gli studi universitari rispetto ai primi approcci quando c’erano pochissimi dati anche perché a quel tempo il metodo era “in divenire”.  Adesso vi sono numerosi studi e tra questi quelli del gruppo spagnolo del Prof. Casanueva che utilizza il metodo PNK sono tra i più importanti e più chiari e ciò dimostra l’aumento dell’attenzione medica e scientifica nei confronti di  questo tipo di nutrizione, cui hanno fatto seguito nel tempo anche nuove scoperte come il ruolo delle citochine infiammatorie. Anche da un punto di vista biochimico e fisiopatologico si sono fatte nuove scoperte.

Per quanto riguarda il metodo PNK la differenza consiste soprattutto nell’approccio a 360°, quindi oltre l’aspetto relativo alla nutrizione va considerato anche il discorso relativo all’attività fisica e quindi allo stile di vita, che rende il protocollo più completo.

Io lo facevo già precedentemente in modo autonomo, cercavo di introdurre il paziente ad un nuovo stile di vita dicendo che non bastava fare la dieta, ma che questa era solo un punto di partenza per una modifica dello stesso stile di vita. Adesso con il metodo PNK il paziente può essere seguito … possiamo dire con un “pacchetto completo”!!!

 

Dott.ssa Nichetti lei si occupa non solo di nutrizione e di medicina estetica ma anche di medicina antiaging, che possiamo dire è un nuova branca della medicina… ci racconti qualcosa al riguardo

In Italia è nuova, ma in America è conosciutissima da decenni. Si può definire come medicina potenziativa dell’invecchiamento di successo. Dovrebbe cominciare sin dai nostri genitori che dovrebbero condurre uno stile di vita corretto già prima del concepimento e poi dovremmo farlo noi successivamente durante tutta la vita. La medicina antiaging va a cercare la debolezza nel nostro DNA e cerca di correggerla con lo stile di vita, con i comportamenti, con la nutrizione che ha una importanza grandissima all’interno della terapia antiaging, per far sì che il nostro sistema lavori sempre al meglio.

 

E quindi il metodo PNK le viene in soccorso in questo approccio antiaging?

Sicuramente in due casi e per due aspetti.

Prima di tutto per tenere sotto controllo il peso, perché questo metodo permette di lavorare soprattutto sulla massa grassa e mantenere la massa magra. Quindi tenendo bassa l’infiammazione, o meglio la “Lipoinfiammazione”, dato che i prodotti PNK sono ricchi in omega-3, si tengono sotto controllo tutti questi aspetti il che è importantissimo per quanto riguarda i processi di senescenza e di degenerazione soprattutto a livello organico. Quindi in questo primo caso il metodo PNK è un trattamento mirato per il paziente affetto da sindrome metabolica e tutto ciò che essa comporta in riferimento a questa problematica dell’invecchiamento.

Il secondo caso in cui viene in soccorso il metodo PNK come approccio antiaging è nella vita di tutti i giorni dato che questa metodologia può essere di aiuto come integrazione a sé stante senza necessariamente dover fare una correzione tipo ponderale ma evita di dare vitamine ed aminoacidi “integrativi”, in modo tale che si possa mantenere sempre il pool amminoacidico a livelli ottimali e combattere poi col tempo la sarcopenia.

 

Collegandomi a questa sua ultima affermazione può spiegare cos’è questa sarcopenia? Si parla spesso di sovrappeso, obesità ma si parla poco di “obesità sarcopenica”o di sovrappeso con la presenza di sarcopenia.

La sarcopenia è una riduzione della massa magra e in particolare dei muscoli e ciò avviene con il tempo, in quanto con l’andare dell’età i processi catabolici superano quelli anabolici, cioè i processi di distruzione superano quelli di crescita. In questo modo se da giovani abbiamo bisogno di “x” grammi di proteine per andare a innescare i processi anabolici, con l’andare nel tempo questa quantità cresce sempre di più fino addirittura a raddoppiare dopo i 50 anni. Sappiamo che tra tutti i muscoli il più importante è il cuore e anch’esso subisce in qualche modo i danni da questa carenza di tipo amminoacidico e quindi preservare anche tutto il sistema muscolo-scheletrico è importante per l’invecchiamento di successo.

Altra cosa importante è che con l’età tendiamo a perdere massa magra e a prendere massa grassa, quindi possiamo magari mantenere lo stesso peso cambiando la nostra composizione corporea in maniera sfavorevole. Infatti sappiamo che i grassi, soprattutto a livello viscerale, comportano tutta una serie di problematiche a livello del sistema cardio-circolatorio e metabolico. Quindi questo fatto di preservare attraverso un’integrazione facile e gustosa tutti i giorni la nostra massa magra fa sì che il nostro corpo resti più giovane nella sua struttura fisica e nell’efficienza.

 

Ciò si collega anche a un discorso di natura estetica, perché sul suo sito definisce l’estetica il punto di arrivo della strategia anti-aging, ovvero una modifica che avviene fisiologicamente col passare degli anni.

Sì, per cui abbiamo un corpo sano, efficiente e quindi tonico, nonché bello e con una buona muscolatura. Hai un corpo con la giusta distribuzione del grasso e quindi anche bello a vedersi. In tal senso è come se l’estetica fosse un “effetto collaterale” del corretto trattamento antiaging: non deve essere il punto di partenza ma il punto di arrivo.

 

Alla luce delle sue precedenti esperienze cosa ha notato rispetto agli altri approcci che si effettuavano prima di avere la disponibilità del metodo PNK?

La differenza più grande e che mi ha colpito è stata l’efficacia sulla Lipoinfiammazione. La cura di questo aspetto è importantissima, l’uso di questi prodotti addizionati di DHA per tenere sotto controllo la lipoinfiammazione mi è piaciuto molto.

Un’altra differenza importante che ho notato è la maggiore velocità di dimagrimento sempre contenendo la massa magra e questo aspetto si traduce in una maggiore aderenza in compliance (aderenza ndr) dei pazienti alla terapia, perché si vedono i risultati più velocemente.

E poi il fatto che è un metodo completo, in quanto prevede non solo l’aspetto nutrizionale ma anche gli esercizi fisici e i comportamenti di life-style, questo porta il paziente in un nuovo “mood” per quanto riguarda la sua salute.

 

Ci racconta un caso clinico che sta seguendo in questo periodo?

Attualmente sto trattando un grande obeso, che era candidato alla chirurgia bariatrica che partiva da un BMI di 70 Kg/m2. Sta facendo un percorso nutrizionale e sta avendo grandissimi risultati, con poca fatica, ha già perso 60 kg, è una persona sana e ha regolarizzato i valori, ed anche il sistema muscolo-scheletrico si è giovato di tali cambiamenti. Con un metodo non invasivo sta ottenendo dei risultati che con altri approcci dietetici non si sarebbero riusciti ad ottenere ed è da ricordare che la chirurgia bariatrica, opzione del caso in esame, è utile, ma col tempo resta pur sempre un metodo invalidante.

 

In conclusione, dopo questa intervista abbiamo compreso che il metodo PNK può essere proposto non solo alle persone obese o sovrappeso, ma anche a tutte le persone che si trovano in una fase della vita in cui è aumentato il catabolismo fisiologico, che come ci ha spiegato, aumenta con l’età.

Esattamente. È quell’integrazione proteica che tutti i giorni dovremmo avere e che con l’età dobbiamo aumentare, e ricordiamo che questa con il metodo PNK è un’integrazione proteica che “non pesa” sul rene dato che si assumano proteine ad alto valore biologico e di facile assimilazione. Quindi riusciamo a dare quel “quid” in più senza andare ad avere aspetti negativi.

In conclusione vorrei sfatare un falso mito cioè quello che agli anziani non vadano date le proteine, invece dal mio punto di vista ed alla luce di quanto sin qui vi ho raccontato gli anziani dovrebbero assumere più proteine dei giovani perché ne hanno più bisogno.

 

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