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Intervista al Dott. Andrea Obert

26 Ott 2020

In questa sezione del Blog continuano le testimonianze dei professionisti che utilizzano con grande successo il metodo PNK per la cura dei propri pazienti. 

In questa intervista al Dott. Andrea Obert, medico nutrizionista, abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza nel corso degli anni sia con la terapia farmacologica che con l’approccio multidisciplinare, non solo dietetico che ha sempre focalizzato la sua attenzione nella sua carriera professionale.

 

Prima di entrare nel dettaglio e parlare con lei del metodo PNK, le chiediamo qual è stata la sua esperienza nel corso degli anni sia attraverso l’approccio farmacologico che mediante l’utilizzo delle diete chetogeniche

 

Ho una formazione accademica e sono molto vicino al mondo del farmaco quindi molto più tendente a un approccio dietologico che studi la farmacocinetica e la farmacodinamica e pertanto ero abbastanza scettico sul discorso dieta chetogenica… a priori!

Poi provandola  mi sono reso conto che aveva meno effetti collaterali, dava maggiori risultati e soprattutto dava la possibilità al paziente di imparare a modificare lo stile di vita.

In merito a questo aspetto mi piacerebbe condividere un aneddoto del perché sono molto legato all’aspetto delle “modifiche dello stile di vita”: agli inizi della mia carriera partecipai ad un master sulla nutrizione ed il relatore mi fece cambiare nella tesina dell’ esame finale oltre 100 volte la parola “dieta” con la terminologia “modifiche dello stile di vita”…ed ora con il passare del tempo e con l’esperienza accumulata devo dire che aveva ragione quel professore.

In questi anni ho potuto sperimentare come “modifiche dello stile di vita” sia un obiettivo che con i farmaci non si riesce a ottenere, invece grazie alla dieta chetogenica si può far entrare il paziente anche in un mondo di attività fisica, di movimento cosìdetto metabolico, e si può riuscire ad indirizzare il paziente verso una modifica dello stile di vita con dei grossi risultati nel tempo.

 

Facciamo ora un secondo passaggio: dieta chetogenica – metodo PNK, un metodo scientifico che contiene al suo interno un programma finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo “modifiche dello stile di vita” grazie anche all’approccio multidisciplinare con l’attività fisica.

 

Lavorando con un’equipe multidisciplinare sin dai miei primi approcci con la dieta chetogenica avevo inserito un lavoro isotonico-isometrico che i pazienti facevano con il personal trainer ottenendo ottimi risultati in una serie di test che feci alcuni anni fa.

Quando mi hanno presentato il metodo PNK, ho pensato che fosse molto simile a quanto io già facevo, anche se in modo più semplice per il paziente e più strutturato. Quindi ho abbracciato questo nuovo metodo che prevedeva realmente un approccio a 360° e mi ci sono tuffato dentro per vedere i risultati… E devo dire che i risultati sono stati notevoli anche per l’aspetto riguardante la lipoinfiammazione con l’utilizzo del DHA nei prodotti. Ciò consente di fornire importanti risultati sia in termini di prestazione dietologico-dietetica, ma anche dal punto di vista nelle modifiche dello stile di vita. Va infine ricordato, a mio parere, che il metodo PNK è un sistema che coinvolge maggiormente il paziente perché è un metodo multidiscplinare ed organizzato.

 

A questo punto approfondiamo e spieghiamo meglio lei cosa intende per modifiche dello stile di vita visto che dall’inizio dell’intervista lo sta ripetendo spesso, quasi come se fosse un mantra

 

Forse può far ridere proporre l’espressione “modifiche dello stile di vita” a persone anche un po’ avanti con l’età. Tuttavia è una modifica radicale delle proprie abitudini quotidiane l’inserimento dell’attività fisica che pone l’attenzione, non solo all’aspetto dietologico, ma anche a un comportamento che può essere di scelta di alimenti o di strutturazione o organizzazione della propria vita anche in funzione di sé stessi. Quindi prendere più consapevolezza degli spazi e soprattutto inserire l’attività fisica non più come un fitness ma come un obiettivo della nostra attività quotidiana che fortifica il sistema nervoso limbico dando risultati anche psicologici sia dal punto di vista di approvazione che di benessere.

 

E quindi alla luce di quanto detto esiste secondo lei un range di età per i pazienti a cui proporre questo approccio oppure no?

 

Secondo me no, anche se è molto più difficile eradicare dei comportamenti non corretti in persone di una certa età perché comunque per le membrane cellulari e l’architettura celebrale è più difficile rielaborare e creare nuove connessioni.

Grazie alla metabolomica della dieta chetogenica è possibile modificare alcuni comportamenti che altrimenti resterebbero tali.

Dalla ricerca svolta recentemente  si riscontra che se la parte psicologica viene messa in secondo piano, la parte psico-comportamentale ammette la propria sconfitta e quindi non si riesce a penetrare nel comportamento, nelle abitudini delle persone.

Al contrario un approccio multidisciplinare, come quello del metodo PNK, con il cominciare a perdere peso e grasso in maniera significativa, si è in grado di fornire benessere euforia e stimolare una rielaborazione e reattività nel campo delle emozioni.

 

Avviandoci verso la conclusione, quale è, a suo avviso, l’aspetto peculiare del Metodo PNK e che l’ha maggiormente colpita?

Ricordiamo che una delle caratteristiche della dieta chetogenica, in particolare del metodo PNK, è una rapida perdita di peso iniziale.

Potrei affermare che a me interessa poco la perdita di peso, perché è già certificato che accadrà.

Sono più interessato all’effetto “WOW”  (uào), ovvero al benessere psico-fisico.

Mi spiego: con questo metodo la persona perde la sensazione di dolore, le articolazioni sono più fluide, e ci si sente decisamente bene. Ci sono molti effetti positivi, tra cui anche un miglioramento sotto l’aspetto sessuale.

I pazienti sono felici. Anche quello più pasticcione che impiega più tempo per entrare in chetosi, nella mia esperienza, alla fine mi chiama e mi dice ho l’effetto WOW.

 

Esiste allora un rovescio della medaglia? In base a ciò che ci ha descritto, i pazienti potrebbero poi aver paura di perdere l’effetto WOW? 

 

Tecnicamente sì. Il paziente impulsivo, quello che scappa via raggiunto un risultato e che poi torna più volte in modo ossessivo- compulsivo, vede che all’inizio il suo corpo funziona al 100% come quando aveva 16 anni ma si accorge quando sgarra. Quando mangia qualcosa che non va bene il corpo lo segnala immediatamente. E non è più felice come prima.

Secondo me con il metodo PNK, non si crea l’effetto di dieta a vita, non si corre il rischio di cronicizzare la dieta. Sentiamo spesso ripetere che l’obesità è una patologia cronica, ma grazie a questo metodo si può cambiare la storia clinica della malattia.

 

Quindi, in conclusione, dr. Obert, al paziente che si rivolge a lei e che incontra per la prima volta in ambulatorio e le racconta la storia riguardo i tanti e diversi tentativi dietetici “falliti”, lei cosa dice?

 

Semplicemente: Ma tu vuoi essere felice?

È una domanda che nessuno ti pone mai nella vita, invece, secondo me è importante considerando quanto la vita sia breve. Ma se il paziente non è motivato, non lo vedo ancora pronto per questo percorso, gli suggerisco di vederci più avanti e, solitamente, dopo altri tentativi falliti seguiti altrove, quel paziente ritorna. In poche parole: Il mio obiettivo resta vedere il paziente felice.

 

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