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Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): quali disturbi comporta e perchè la VLCKD è una valida soluzione

12 Giu 2023

Scopriamo insieme alla Dott.ssa Cristina Robba, Nefrologa e Nutrizionista, esperta nel suo settore, di cosa si tratta e che risvolti ha sul metabolismo e sulla perdita di peso nella donna.

Quando si parla di diagnosi di ovaio policistico?

Nelle forme più classiche le donne riferiscono alterazioni del ritmo del ciclo mestruale con cicli irregolari o addirittura mancanza di ovulazioni fino all’infertilità e, soprattutto, presentano un iperandrogenismo cronico, cioè una situazione in cui vi è un aumento di produzione di ormoni maschili, che è l’aspetto spesso più emotivamente pesante per le implicazioni estetiche che comporta. Infatti, le persone che ne sono affette devono combattere con problemi come cute acneica, irsutismo con evidente peluria al volto, sull’addome e su braccia e gambe, e obesità: tutte condizioni che possono peggiorare l’autostima e creare depressione.

Nei casi più gravi può anche manifestarsi una diradazione del capillizio che può sfociare nell’alopecia androgenetica, per fortuna assai più rara.

Inutile precisarlo, ma ad un esame ecografico le ovaie si presentano con cisti multiple, di dimensioni variabili.

In ogni caso sovrappeso e l’obesità sono assai comuni in caso di ovaio policistico, così come la difficoltà nel perdere peso anche con le diete più restrittive.

Infine, all’aumento del peso spesso si accompagnano dislipidemia e soprattutto Insulino-Resistenza e, quindi, una ridotta tolleranza ai carboidrati e al glucosio.

Ci troviamo, quindi, a dover fronteggiare un’alterazione endocrina assai frequente nella donna in età fertile, con tutte le implicazioni estetiche, metaboliche e riproduttive che essa comporta.

Ovaio policistico e sovrappeso vanno a braccetto, e questo perché in caso di obesità diminuisce una importante proteina prodotta dal fegato, la SHBG (Sex Hormone binding Protein), ovvero la globulina, che lega e trasporta gli ormoni sessuali nel sangue. La sua diminuzione, indotta anche dall’azione dell’insulina in eccesso, provoca un aumento nel sangue del testosterone, ormone tipicamente maschile. L’iperandrogenismo che ne consegue altera l’ovulazione, crea disordini metabolici, peggiora l’irsutismo, l’acne e l’alopecia.

Queste alterazioni ormonali, associate all’Insulino-Resistenza e all’aumento delle LDL, all’incremento del grasso viscerale e dell’infiammazione del tessuto adiposo fanno sì che l’assetto metabolico alterato si auto mantenga.

Ma qual è la dieta corretta per le persone affette da PCOS?

Sicuramente una dieta a basso indice glicemico e a basso carico glicemico. Tuttavia, nonostante tali stili alimentari, la perdita di peso può essere lenta e non efficace nel ripristino di un ciclo mestruale regolare e nel determinare un calo del testosterone.

Ecco perché sono stati condotti studi scientifici utilizzando la VLCKD nelle donne affette da ovaio policistico e obesità.

Tale approccio dietetico si è rivelato strategico nel determinare una rapida perdita di peso, ma soprattutto una perdita di grasso viscerale e quindi un netto miglioramento dell’Insulino-Resistenza e, conseguentemente, dell’iperinsulinismo.  Altro effetto molto importante della VLCKD è stato l’aumento significativo dell’SHBG e la desiderata diminuzione del testosterone, condizione che migliora l’irsutismo e permette al ciclo mestruale di riprendere il suo ritmo regolare.

In particolare, il Metodo PronoKal, con i suoi effetti ben noti sulla diminuzione dell’infiammazione del tessuto adiposo e la diminuzione dell’Insulino-Resistenza, può diventare per le donne affette da PCOS una vera terapia: si applica il protocollo così come evidenziato anche dalla SIE e dalla EASD, che hanno inserito nei loro documenti di consenso la PCOS tra le patologie suscettibili di miglioramento con la VLCKD.

Negli studi clinici che sono stati valutati, infatti, si è seguito il regime PnK con i suoi 5 passi, con la prima fase di Passo 1 strutturata con 5 pasti al giorno forniti da alimenti pronti contenenti proteine ad alto valore biologico, un quantitativo di carboidrati inferiore ai 50 gr al giorno e 10 grammi di olio extra vergine di oliva per la durata di sei settimane, per poi passare ad una settimana di Passo 2, con la sostituzione di un pasto PnK con proteine di origine naturale, carne o pesce, e a seguire un’ulteriore settimana con due pasti al giorno con proteine animali a basso carico di grassi. Dopo questo periodo iniziava una graduale reintroduzione di carboidrati a bassissimo indice glicemico sino alla stabilizzazione della dieta. Le pazienti affette da PCOS, che avevano seguito il protocollo PnK, hanno avuto un grosso miglioramento dell’indice di Insulino-Resistenza, il noto HOMA-index, un’importante diminuzione del grasso viscerale e un aumento della SHBG nel sangue con riduzione del testosterone.

Obiettivo quindi centrato grazie al Metodo PronoKal!

 

*Pandurevic, S., Mancini, I., Mitselman, D., Magagnoli, M., Teglia, R., Fazzeri, R., Dionese, P., Cecchetti, C., Caprio, M., Moretti, C., Sicinska, J., Agostini, A., Gazineo, D., Godino, L., Sajoux, I., Fanelli, F., Meriggiola, C. M., Pagotto, U., & Gambineri, A. (2023). Efficacy of very low-calorie ketogenic diet with the Pronokal® method in obese women with polycystic ovary syndrome: a 16-week randomized controlled trial, Endocrine Connections (published online ahead of print 2023), EC-22-0536. Retrieved Jun 9, 2023

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